Del mal di mare e del mal d’amore
La strada della travel blogger è impervia e ricca di pericoli. Sono tanti gli impedimenti che incontro per la mia strada, alcuni economici, alcuni fisici. Il che mi fa dubitare di essere in grado di portare a casa la pelle o, meglio, la faccia! Già perché io non sono affatto una travel blogger normale.
Si è mai vista una travel blogger che soffre il mal di mare? No certo, perché io non sono spaventata dall’acqua alta o dalle creature marine che potrebbero divorarmi, ma sono spaventata dal rimettere la colazione o dallo svenire in mezzo al mar.
Ricordo con vergogna quando, nel mare di Sorrento a bordo di un mini-yatch, persi quasi i sensi per colpa del mio stupido stomaco vuoto!
Dall’altro lato non puoi neanche strafogarti di maritozzi perché l’effetto finale potrebbe essere ancor peggiore! Evito i particolari ma sono abbastanza ovvi.
Ecco perché quella volta in Croazia sono stata ben attenta a mangiar leggero prima di prendere il motoscafo per la laguna Blu. E vi dirò, ho fatto non bene, stra-bene!
Confesso che ho tentennato un po’ prima di salire sulla barca. D’altra parte avevo pagato per quella gita in giornata a Traù e alla laguna Blu, ma avevo anche timore di rovinare la vacanza a tutto il gruppo multietnico che si stava radunando lì intorno. Tentenna, tentenna ad un certo punto mi decido. Mi porge la mano il capitano della barca: un marcantonio moro dagli occhi azzurri, sorridente, spavaldo, bello.
Nessuna nausea e un bel sorriso.
Si perché se lo skipper è un bonazzo croato, l’ultima cosa a cui pensi è di rimettere la colazione. Insomma, il focus della faccenda è tutto spostato su altro!
Ma secondo voi, il bonazzo motoscafista mi ha notata? Lo avrebbe sicuramente fatto, ne son certa, se tra noi non si fosse interposta una tettona americana che si è messa a bere shottini ad ogni fermata della gita. Quell’atteggiamento da oca giuliva che piace tanto.
C’erano anche altre persone sulla barca ma nella mia testa eravamo solo noi: io, lui, l’altra ed i suoi seni prorompenti! Lei era lì con le sue poppe a prua, proprio davanti agli occhi del bel croatone che manovrava la barca.
Alla fine della gita, ecco che la mia rivale in amore rischia di sentirsi male. (ettecredo! Andava avanti di Rum e pera da due ore!) Siamo lì, in mezzo all’Adriatico, con un tramonto poetico alle nostre spalle e l’americana che mi ruba la scena recitando la parte che solitamente è a me riservata, la parte di quella che sta per avere una sincope!
Arrivati sulla terra ferma, me ne vado con le pive nel sacco, ma assisto all’ultimo e straziante atto di questa commedia romantica dove io sono, a quanto pare, l’antagonista: lui le chiede il numero di telefono.
La mia reazione è coperta da censura.
Fantastica, ahahahahaha, che ridere!
Dai, va bene così, evidentemente era un buzzurro con cattivo gusto, no? Come si suol dire, non ti sei persa niente (esclusi i maritozzi, ahah).