L’Arte Industriale a Bologna al Museo Davia Bargellini
Visitare l’Arte industriale a Bologna: Il complesso museale costituito dal Museo Civico d’Arte Industriale e la Galleria Davia Bargellini, ha compiuto cent’anni il 20 maggio 2020.
Con grande curiosità, mi avvicino alla visita del Museo Davia Bargellini, un angolo affascinante di Bologna che custodisce un patrimonio unico. Questo museo rappresenta una testimonianza vivida dell’ingegno e della lungimiranza di uomini che, con il loro spirito innovativo, hanno contribuito a definire l’eccellenza del territorio bolognese, tra i più sviluppati d’Italia e d’Europa.
Ospita una collezione che unisce arte e industria, raccontando la storia di una città che, fin dal passato, è stata un centro pulsante di attività produttiva. Le opere esposte riflettono non solo il talento artistico, ma anche l’evoluzione dei mestieri e delle tecnologie, simbolo della laboriosità e della capacità imprenditoriale che hanno sempre contraddistinto la regione.
Un vero e proprio viaggio nell’arte industriale e nella cultura bolognese, che merita di essere scoperto.
Tutte le immagini di questo articolo sono state scattate da Pastakira per Lety goes on
COSA TROVERAI IN QUESTO POST:
Il Palazzo Davia Bargellini
Il Palazzo sito in Strada Maggiore, è un esempio di arte barocca bolognese. La sua costruzione inizia nel 1630 per iniziativa di Ermes e Camillo Bargellini su progetto dell’architetto Bartolomeo Provaglia e di Antonio Uri. Di Gabriele Brunelli e Francesco Agnesi, i due atlanti che caratterizzano la facciata.
I nobili bolognesi ottennero dal Senato cittadino l’autorizzazione a edificarla senza il portico, privilegio concesso solo alle famiglie più importanti. Nel 1730 viene aggiunto un imponente scalone settecentesco e l’antico salone delle feste dove sono conservati i dipinti già presenti dalla seconda metà del Seicento.
Orari e modalità d’accesso
Dal martedì al giovedì dalle 9.00 alle 14.00
venerdì dalle 10.00 alle 19.00
sabato e domenica chiuso
ingresso gratuito
Le Raccolte dell’Arte Industriale
Comincio a esplorare la raccolta d’arte industriale costituta da tantissimi oggetti di natura eterogenea. Mi pare di vederli i signori e le signore dell’epoca che maneggiano ventagli; tabacchiere; orologi smaltati; chiavette e quadranti a smalto di orologi, mentre si muovono animatamente nelle loro lussuose dimore e spendono il loro tempo in trattative d’affari e mondanità. E tra i tanti gli oggetti esposti che ne abbellivano gli ambienti: ferri battuti; rami; bronzi ornamentali; cuoi impressi; finimenti; maniglie per mobili. Passo in rassegna anche vetri ceramiche; porcellane delle più importanti manifatture europee (Meissen, Ludwigsburg, Frankenthal, Hochst); un nucleo di cere di altissima qualità; campionari di carta da parati e da libri; stoffe e ricami; argenti; ritratti in miniatura; dipinti a figurette (secoli XVIII-XIX); una serie di modellini per mobili e sedie in miniatura (secoli XVIII-XIX). E poi un’ingente raccolta di preziose cornici intagliate e dorate (XVI-XIX secolo), molte ancora nell’assetto d’origine, con i corrispettivi dipinti.
La Quadreria
Procedo quindi visitando la Quadreria, un esempio del collezionismo storico bolognese. Alla galleria dei ritratti, ammiro le immagini dei più illustri componenti della famiglia Bargellini (di Bartolomeo Passerotti, Prospero e Lavinia Fontana), alle quali si affiancano opere di Bartolomeo Cesi e Alessandro Tiarini ed esempi di pittura dei secoli più antichi (XIV-XV).
All’interno della Quadreria è conservata la “Madonna con Bambino in trono e donatori (Madonna dei Denti)”, tavola del 1345 di Vitale da Bologna. L’opera, uno dei capolavori dell’artista, ne esemplifica la cultura figurativa elegante e popolare insieme.
Il teatrino delle marionette
Se passi da qui non dimenticare di soffermarti a guardare il teatrino per marionette del secolo XVIII, acquistato nel 1922. La struttura, dotata di cinque cambi di scena, è tipicamente bolognese e bibienesca; reca, sul prospetto, lo stemma della famiglia forlivese degli Albicini. Il teatrino è dotato di 74 marionette, 9 cavalli ed una scimmia.
Davvero affascinante questo percorso attraverso la quotidianità dell’antica storia bolognese, dove le figure dei protagonisti si affiancano ai tanti oggetti che ne hanno scadenzato l’esistenza: tra impegno civico, negozi, mondanità, passione per la bellezza e la cura dei luoghi.
Spero che questo post possa esserti utile. Se vuoi approfondire ti consiglio di visitare il sito ufficiale o di visitarlo di persona, l’ingresso è gratuito ed è aperto da martedì a giovedì dalle 9.00 alle 14.00, venerdì dalle 10.00 alle 19.00 mentre è chiuso il sabato e la domenica.
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Non sono mai stata a Bologna, ma mi piace tutto ciò che parla di storia. Sicuramente, appena si potrà tornare a viaggiare, vorrei poter visitare questo museo che credo abbia molto da raccontare da quel che vedo dalle tue splendide foto
Che meraviglia il teatrino per marionette e la Madonna dei denti. Sono davvero colpita da questo patrimonio storico culturale custodito a Bologna. La quadreria ed il museo in generale presentano oggetti davvero straordinari.
Maria Domenica
Che meraviglia questi scatti mi hai fatto viaggiare con questo articolo, poi Bologna è davvero bellissima, ricca di storia e arte ^^
Ma che bello questo museo e ricco di tante opere e poi ha l’ingresso gratuito e questo lo rende più appetibile per jna visita e forse anche più di una!
Non ho mai avuto il piacere di visitare Bologna nonostante non sia una meta troppo lontana da dove vivo. E’ una delle città che mi sono ripromessa di visitare appena questa pandemia sarà solo un brutto ricordo. Non posso assolutamente perdermi una visita a questo museo!