Rocchetta Mattei: il castello più strano d’Italia

Il castello più strano d’Italia è indubbiamente la Rocchetta Mattei, un gioiello architettonico incredibile che sorge vicino a Bologna in Emilia Romagna.

Sul picco di un colle di 400 metri s.l.m, a metà strada tra Bologna e Pistoia, si erge la Rocchetta Mattei, Il castello più strano d’Italia. Eccentrico come il suo costruttore il Conte Cesare Mattei. La sua architettura è un miscuglio di stili talmente particolare da farti dubitare della realtà: siamo in un sogno o stiamo visitando un castello?

Siamo a Savignano, nella frazione di Grizzana Morandi nel bolognese e una costruzione particolare svetta sul panorama: La Rocchetta Mattei. Un luogo che sembra messo lì da uno scenografo e che mixa sia all’esterno che all’interno gli stili architettonici più disparati: medievali e moreschi, europei e orientaleggianti, la costruzione si sviluppa verso l’alto e culmina con cupole a cipolla, minareti, torri e torrette. 

L’aspetto della Rocchetta Mattei

La Rocchetta sorge sulle rovine di un castello del XII edificato da Matilde di Canossa, questo ispirò nel 1850 il Conte Mattei nella scelta del sito della sua nuova e particolare dimora. Per i successivi 70 anni la Rocchetta prese pian piano l’aspetto che vediamo oggi, su un progetto che prendeva spunto da una fortezza medievale, come la sua posizione suggeriva, merlature e torrioni dalla forma cilindrica per poi venir arricchito da particolari gotici e moreschi.
La personalità del Conte Mattei si riflette come uno specchio nelle stanze e tra le mura di tutto il castello, con particolarità eccentriche e vezzosità strutturali.

L’ingresso si trova attraversando un cancello, sormontato da un arco a sesto acuto; si salgono poi ripidi gradini in dura pietra, e si passa poi sotto un secondo arco, più alto, appuntito che ricorda la forma di una fiamma, sulla cui faccia interna è in rilievo una testa di leone. 
Da qui si accede ad una porta di legno a forma di fungo decorata da quattro dischi dai colori sgargianti con al centro delle stelle. 

Un breve tunnel attraverso un altro arco moresco – sostenuto da due incisioni in pietra di Verona del XII secolo, uno di un demone e uno di un ippogrifo – si apre in un cortile che, sebbene dominato da un minareto alto e sottile, presenta una fontana che un tempo serviva come fonte battesimale nella basilica Lateranense di San Giovanni a Roma. Questi particolari, così come tutti gli altri disseminati un po’ ovunque, creano senza dubbio confusione nel visitatore che si trova spaesato e non sa bene cosa stia visitando, di che epoca sia questa costruzione e dove esattamente si trovi… è la realtà o è il sogno di un bambino fantasioso?  

La visita guidata all’interno della Rocchetta Mattei

Il primo passo dell’accurata visita guidata – l’unico modo per vedere la Rocchetta dopo la sua riapertura ufficiale nel 2015 dopo 10 anni di restauri (e tutt’ora in corso) – è la cappella del conte, che si trova su per una stretta scalinata. Il luogo ricorda evidentemente la Mezquita di Cordova in miniatura con archi simili alle opere famosissime di MC Escher che sembrano estendersi all’infinito con un preciso effetto ottico.

La tappa successiva è una riproduzione in scala del Cortile dei Leoni dell’Alhambra, con una fontana dei leoni al centro, piastrelle colorate con motivi geometrici lungo tutte le pareti e, sulla facciata esterna del portico, pietre incise con caratteri arabi.
I motivi ornamentali traggono spunto dall’opera “The Grammar of Ornament” di Owen Jones pubblicato nel 1856 e divenuto il manuale definitivo sui motivi ornamentali e guida per diversi design provenienti da tutto il mondo. Mattei si ispirò proprio a questo manuale per diversi ornamenti, dipinti, intonacati e scolpiti, in tutto il castello.

Da lì si procede attraverso alcune camere interne, molte decorate in stile liberty dal figlio adottivo del conte dopo la sua morte. Quasi tutte le stanze private di Mattei sono recintate ma pare che all’interno di queste vi siano le decorazioni più stravaganti di tutta la Rocchetta.

Nella “Stanza rossa” del secondo piano, così chiamata per il telo rosso che un tempo ne copriva le pareti, metà del soffitto a volta assomiglia alla grotta di Fingal, con centinaia di stalattiti cubiche appuntite di varie altezze, colorate di marrone per sembrare legno.

Il Conte Mattei

La visita guidata conduce tra le stanze una narrazione tra architettura e storia della vita del suo costruttore il Conte Cesare Mattei, il rampollo di una famiglia nobilitata dal papa nel 1847 per il suo contributo alla difesa dello Stato Pontificio contro l’Austria.
Descrivere il Conte Mattei non è un’impresa semplice: un personaggio eclettico, un filantropo, un innovatore, scienziato e artista, letterato e politico, che in un preciso punto della sua vita decise di diventare anche un medico autodidatta, inventando una disciplina tutta nuova che lui chiamò Elettromeopatia. Una personalità complicatissima che si riflette perfettamente con la casa che si è costruito.

Dopo la morte della madre di cancro, Mattei, afflitto dal dolore ma mosso da determinazione, si dedicò alla ricerca di cure alternative alla medicina tradizionale. Divenne quindi un sostenitore del potenziale terapeutico dell’energia vitale immagazzinata nelle piante; Elettromeopatia,  una terapia medica basata sul ristabilire un equilibrio tra le due cariche elettriche del corpo per riportare l’area colpita da una malattia ad uno stato neutro, utilizzando rimedi erboristici (il presunto potere terapeutico dell’“elettricità” negli estratti botanici).
Ciò che sosteneva Mattei era che questa carica potesse curare tutto, persino i tumori.
Nonostante possa sembrare una cura azzardata, ​​l’Elettromeopatia,  fu un grande successo e trovò sostenitori in tutta Europa.
Anche la visita guidata si sofferma poco sulla spiegazione di questa disciplina, è impossibile separare la carriera medica del Conte con la sua Rocchetta che è stato utilizzato parzialmente come sanatorio dove il Conte Mattei curava – o provava a curare – i suoi pazienti, tra cui amici e personaggi di alto rango.

Altre informazioni sul Conte Cesare Mattei sono reperibili qui: https://www.cesaremattei.com/conte-cesare-mattei.html

La storia recente della Rocchetta Mattei

Il Conte Cesare Mattei muore all’età di 87 anni nel 1896 lasciando la sua magione ai suoi eredi e facendosi seppellire proprio al suo interno in una delle stanze più famose.
La Seconda guerra mondiale non risparmiò nemmeno questo luogo dalla devastazione, che fu requisita dai tedeschi e trafugata di ricchezze e danneggiata irreparabilmente. L’occupazione tedesca della Rocchetta provocò così tanti danni che l’ultimo erede di Mattei tentò di donarla al comune di Bologna, che rifiutò la donazione.
Nel corso del Novecento la Rocchetta è passata più volte di mano, anche con l’obiettivo di trasformarla in un albergo e una meta turistica di rilievo. Tra gli anni ’80 e ’90, però, fu abbandonata, cadendo in disuso, fino a quando, nei primi anni del 2000, non è stata recuperata volontariamente dalla popolazione locale.

Nel 2006 la rocchetta è stata quindi acquistata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna e restaurata, e dopo quasi 10 anni di ristrutturazioni secondo le volontà del Conte Cesare Mattei, nel 2015 infine apre i suoi cancelli ai visitatori in tutta la sua bellezza originaria nonché per particolari eventi stagionali a tema magico, misterioso e suggestivi.

Visitare la Rocchetta Mattei

E’ aperta solo nei fine settimana e sono possibili solo visite guidate su prenotazione online. QUI, sul sito ufficiale della Rocchetta Mattei.

Film girati alla Rocchetta Mattei

La particolarità della costruzione, infine, è stata sfruttata anche da registi e scrittori che qui ambientarano storie straordinarie. Qui sono stati girati, ad esempio, “Balsamus, l’uomo di satana” e “Tutti defunti tranne i morti” di Pupi Avati nel 1968 e nel 1977, “Enrico IV” di Marco Bellocchio nel 1984, e più recentemente “Il Conte Magico” nel 2019 e un reality show a tema magico per la Rai.

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